Affitti brevi, va in vigore una nuova regola: cosa bisogna fare il prima possibile

Per gli affitti brevi entra in vigore una nuova regola da seguire: ecco che cosa bisogna fare il prima possibile per essere in regola.

I contratti di locazione la cui durata è massimo di 30 giorni è in fase di rivoluzione, con una nuova regolamentazione che ha preso il via ufficialmente a inizio anno e si sta allargando sempre di più, in cui il test di quest’estate sarà la vera chiave di volta per molti proprietari che decidono di affittare il proprio immobile per un periodo breve.

Cambia la regolamentazione sugli affitti brevi
Affitti brevi, le novità da conoscere – lenotiziediroma.it

Il settore italiano degli affitti brevi è al centro di un ribaltamento. Una trasformazione che sta avvenendo gradualmente dietro l’introduzione di alcuni regolamenti europei e nazionali. Il cambiamento si sta verificando da gennaio 2024, quando sono entrate in vigore normative importanti, tra cui il decreto Aiuto italiano e la direttiva europea in merito ai servizi di locazione a breve termine, imponendo così nuovi obblighi.

Nuove regole per gli affitti brevi: cosa cambia

Sebbene le nuove normative europee e nazionali, come sottolinea il Corriere della Sera, la figura del property manager continua a non avere un quadro legislativo chiaro. Parliamo di quella persona che gestisce un’attività. A quanto pare, infatti, non ci sono ancora delle linee guida specifiche che stabiliscono le qualifiche per esercitare la professione.

Affitti brevi nuove regole
Le novità entreranno in vigore a breve – lenotiziediroma.it

In pratica, tutti possono autoproclamarsi property manager in quanto non ci sono dei requisiti specifici. È certamente una condizione di estrema incertezza in quanto contribuisce alla confusione dei consumatori che non sanno se hanno a che fare con una persona che ha un’esperienza alle spalle e quindi operatori affidabili, oppure con persone alle prime armi.

Proprio per questa ragione, le figure di spicco del settore stanno spingendo per introdurre un certificato formale. In un’intervista rilasciata allo stesso quotidiano nazionale, Francesca Rizzo, il responsabile di un’accademia dedicata alla formazione per la gestione degli affitti brevi, ha avanzato l’ipotesi di introdurre un patentino per proteggere i consumatori e consentire l’accesso alla professione.

In questo modo, secondo l’esperto, si eviterebbero pratiche abusive e si eleverebbe la qualità del servizio. Una proposta che chiama quindi una regolamentazione più stringente, soprattutto dietro al fatto che questa attività sta avendo una certa rilevanza e sono sempre più persone a praticarla. D’altronde il mercato degli affitti brevi nel nostro paese vale oltre 1,5 milioni di euro, quindi è chiara l’esigenza di una normativa specifica.

È bene però sottolineare che sono state introdotte nuove regole già approvate nel settore, le quali hanno introdotto procedure e strumenti per avere una gestione regolamentata e più trasparente. In pratica, ogni immobile destinato agli affitti brevi sarà identificato con un Codice identificativo nazionale (Cin), introdotto per contrastare l’abusivismo. In questo modo le autorità potranno monitorare più facilmente l’attività.

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