È stata disposta la perizia psichiatrica per Alessandro Impagnatiello, l’uccisore di Giulia Tramontano. L’esito della nuova udienza.
La Corte d’Assise di Milano ha deciso che Alessandro Impagnatiello dovrà essere sottoposto a una perizia psichiatrica super partes, per accertare i motivi che hanno spinto, il 27 maggio 2023, l’ex barman a uccidere barbaramente la compagna, Giulia Tramontano, incita al settimo mese.
Si è tenuta il 27 giugno l’udienza per la designazione degli esperti che dovranno esaminare Impagnatiello. Sono stati nominati lo psichiatra forense Pietro Ciliberti e il medico legale Gabriele Rocca. L’esame inizierà il prossimo 11 luglio e i professionisti dovranno verificare se l’omicida si trovava nella piena facoltà di intendere e volere al momento dei fatti oppure se la sua capacità fosse compromessa.
In tale occasione, i periti dovranno anche accertare l’eventuale pericolosità sociale dell’esaminato. Entro 90 giorni, poi, dovrà essere depositata la relazione. La procura, invece, ha designato come consulente la psichiatra forense Ilaria Rossetti; l’avvocato di parte civile, Giovanni Cacciapuoti, ha nominato gli psichiatri Salvatore De Feo e Diana Galletta. Il 21 ottobre 2024 si terrà l’udienza per l’esame dei periti, mentre la discussione e la sentenza dovrebbero arrivare il 28 ottobre e il 4 novembre.
Omicidio Giulia Tramontano: chiesta la perizia psichiatrica per Alessandro Impagnatiello
I consulenti della difesa di Alessandro Impagnatiello ritengono che l’uomo abbia un disturbo della personalità di tipo paranoide, che lo avrebbe spinto a uccidere Giulia Tramontano. I consulenti di parte civile, invece, insistono sulla circostanza che l’omicidio non sia diretta conseguenza delle sue condizioni psichiche.
Per tale ragione, nell’udienza del 10 giugno 2024, la Corte d’Assise di Milano, presieduta da Antonella Bertoja, ha deciso che dovrà essere svolta la perizia psichiatrica sull’uomo. Contrari alla decisione i consulenti della famiglia di Giulia Tramontano (cioè gli psichiatri Diana Galletta e Salvatore De Feo), che premono affinché venga provato che l’omicida non abbia alcun tipo di disturbo della personalità.
Il delitto, infatti, sarebbe frutto di un’attenta premeditazione e la volontà di uccidere la compagna dettata dalla vendetta, dall’invidia e dalla paura. Nell’udienza del 10 giugno, inoltre, lo stesso Impagnatiello aveva sostenuto, durante la fase dell’interrogatorio, di non essere pazzo e di avere piena coscienza delle proprie condizioni mentali.
In tale occasione ha dichiarato: “Svelare a Giulia che la tradivo è stato l’ennesimo sintomo che la mia testa stava impazzendo, questo non vuol dire che sono pazzo, non penso di essere pazzo, ma che ero saturo di dire bugie“.